D. Cioffi “Esdra 6”
Sesto studio della serie di riflessioni sul libro di Esdra.
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Sesto studio della serie di riflessioni sul libro di Esdra.
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Un nuovo anno ci si prospetta davanti, e come di consueto, è probabile che in periodi come questi ci si proponga di ricominciare con le migliori intenzioni, magari eliminando delle vecchie abitudini, cercando di acquisirne di nuove, cambiando forse alcuni comportamenti con l’intento di rimpiazzarli con delle buone azioni. Può accadere tuttavia che, guardando indietro, queste “dichiarazioni di intenti” siano state riproposte più e più volte senza aver ottenuto i risultati sperati. Dopo magari un primo momento di concentrazione, l’impeto di rinnovo è venuto meno nell’affrontare le difficoltà o gli imprevisti giornalieri.
L’anno che si è concluso è stato sicuramente non privo di preoccupazioni e di paure, e come è presumibile, ancora per un po’, dovremo fronteggiare dei momenti non facili, anormali o “straordinari” come li potremmo definire dato il momento storico che stiamo vivendo. Nonostante però le difficoltà e gli ostacoli da superare, anche relativamente a situazioni come queste, la Scrittura ci lascia un terreno segnato, un sentiero battuto dagli esempi che troviamo in essa.
E come noi oggi possiamo non trovarci in una condizione ideale, così Neemia, all’incirca 2500 anni fa, durante la ricostruzione delle mura di Gerusalemme, non avrebbe potuto dire di trovarsi in una condizione ideale almeno fino al completamento delle riparazioni. E durante tutto quel periodo dovette affrontare numerosi ostacoli: dai tentativi da parte dei suoi avversari di interrompere i lavori alle minacce personali, alle cospirazioni ecc.:
Ne 6:2,10 Samballat e Ghesem mi mandarono a dire: “Vieni, e troviamoci assieme in uno dei villaggi della valle di Ono”. Essi volevano farmi del male. […] Io andai a casa di Semaia, figlio di Delaia, figlio di Metabeel. Or egli se ne stava rinchiuso là. E mi disse: “Troviamoci assieme nella casa di Dio, dentro il tempio; e chiudiamo le porte del tempio; perché essi verranno a ucciderti, e verranno a ucciderti di notte”
Se avesse commesso un passo falso in questi frangenti avrebbe messo a repentaglio la sua vita e il corso dei lavori. Ma cosa fece Neemia di fronte agli ostacoli? Si rese conto di essere con le spalle al ‘muro’ (che ancora non c’era), di aver fatto tutto ciò che era in suo potere e nonostante tutto aveva bisogno di un aiuto dall’alto. Era cosciente di essersi sforzato a fare ciò che era giusto e che tuttavia il suo impegno non gli avrebbe garantito il successo. Si fermò quindi, e invocò l’Eterno:
Ne 6:9,14 “Ma ora, o Dio, fortificami!” […] “O mio Dio, ricordati di Tobia, di Samballat, e di queste loro opere! Ricordati anche della profetessa Noadia e degli altri profeti che hanno cercato di spaventarmi”
E quale fu il risultato? Ne 6:15 Le mura furono portate a termine il venticinquesimo giorno di Elul, in cinquantadue giorni. 16 E quando tutti i nostri nemici lo seppero, tutte le nazioni circostanti furono prese da timore, e provarono una grande umiliazione perché riconobbero che questa opera si era compiuta con l’aiuto del nostro Dio.
Durante quest’anno ci saranno sicuramente ostacoli da superare; ma se di fronte ai problemi il nostro obiettivo rimane fermo sul seguire l’Eterno e il nostro sguardo resta fisso su di Lui, l’opera a cui siamo chiamati verrà portata avanti, nonostante le difficoltà e le paure che potranno coglierci durante il percorso. Che questa possa essere anche la nostra dichiarazione di intenti e, soprattutto, la nostra reale scelta in questo nuovo anno.
Il versetto del vangelo di Luca 6:38 contiene un messaggio di incoraggiamento e di consolazione nell’ immagine della “misura buona, pigiata, scossa e traboccante”. Ciascuno di questi aggettivi racchiude un significato spirituale per le vite di ogni credente e mostra come l’opera di salvezza di Dio sia pienamente completa in Cristo, arricchita dal dono dello Spirito Santo e possa essere ripiena delle benedizioni e della grazia del nostro Signore, dopo l’opera di raffinamento che Egli vuole compiere nelle nostre vite.
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Dalla Genesi e durante tutto il tempo del Vecchio Testamento, Dio stava portando avanti il suo piano di redenzione per l’uomo. Generazione dopo generazione, nel corso della storia, il popolo di Israele era rimasto in attesa di un “salvatore”, fin quando, in una notte come tante altre, la promessa di Dio ha preso forma.
L’angelo annuncia che finalmente è arrivato il momento che tutta la creazione stava aspettando, una svolta nel destino eterno dell’uomo: la nascita del salvatore. Non importa il quando, ciò che oggi conta per noi è sapere che Dio, nella sua fedeltà, in una notte qualunque, ha portato a compimento la sua Parola e che nel suo amore ha donato il Figlio Suo per ciascuno di noi. Laddove prima regnava incontrastato il peccato, ecco che la luce ha iniziato a brillare sulla Terra e ha sopraffatto le tenebre. L’annuncio dell’ angelo, diversamente rispetto ad altre occasioni, non è rivolto ad un solo individuo ma a tutto il mondo, poiché ciò che deve comunicare è una notizia che coinvolge tutta l’umanità, presente e futura, ed ha un valore eterno. Con la nascita di Gesù inizia il tempo della salvezza per grazia. La paura della morte e del giudizio può fare ora posto alla gioia, alla lode ed al ringraziamento, e nel momento in cui si accetta il meraviglioso dono di Dio, nulla può più separare la creatura dal suo creatore.
Tutto il mondo festeggia il Natale, ma in pochi riconoscono la portata di questo annuncio, la solennità di quel ricordo e la grandezza di ciò che stanno celebrando.
Come quell’angelo siamo anche noi messaggeri della buona notizia e, soprattutto in questo periodo dell’anno, possiamo annunciare quale miracolo sia per ciascuno di noi la nascita di Gesù.
Qual è il vero significato del Natale?
Nonostante le diverse opinioni riguardo questa ricorrenza, la Bibbia spiega che la nascita del Salvatore è stato il prezioso dono di Dio per gli uomini. Dalla venuta di Gesù possiamo imparare cosa sia la vera umiltà e considerare quanto sia vano aggrapparsi gelosamente a ciò che si ha su questa terra. Con la sua vita Gesù insegna inoltre a spogliandoci di noi stessi e prendere la forma di servitori per glorificare Dio in ogni tempo. E importante rinnovare la propria mente e conoscere sempre più questo Salvatore per mostrare al mondo l’importanza del natale e l’opera di Gesù.
Ti alleghiamo anche, nell’ordine, le immagini che sono state proiettate ed i video da guardare.