M. Santangelo “Escatologia 4”

PREMESSE SPIRITUALI PER LA COMPRENSIONE DEL MESSAGGIO PROFETICO
Alla base della comprensione del messaggio profetico vi è lo studio della Parola di Dio. Esso, però, non è elemento sufficiente a tal fine, come dimostrano gli eventi narrati in Luca 2:25-38, in cui le menti del vecchio Simeone e della profetessa Anna vengono illuminate dall’ intervento dello Spirito Santo. Siamo tutti chiamati a conoscere le Scritture ma se desideriamo comprendere la volontà di Dio è necessario vivere nella speranza della fede, santificandoci e consacrando noi stessi a Dio, esercitando la preghiera e restando ubbidienti nel servizio.

 

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A. de Bellis “Rendere grazie del continuo”

Diversi sono gli stati d’animo che connotano la natura umana e spesso, influenzati dalle circostanze, passiamo con grande facilità dall’uno all’altra. Quando però emozioni negative diventano la costante della nostra vita, a prescindere da ciò che ci accade, allora il rendimento di grazie è una delle armi più potenti che possediamo. Come credenti abbiamo un orizzonte più ampio, quello della salvezza, e ciò cambia la nostra prospettiva. Siamo chiamati ad essere consapevoli del grande dono che ci è stato dato e per questo rendere grazie.

 

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M. Mancinelli ” Accettando il suo giogo”

La chiamata di Gesù in Matteo 11:28-30 è universalmente valida ed invita chiunque a seguirlo, accettando il Suo giogo. Essere aggiogati a Gesù vuol dire assaporare una pace ed un riposo eterni e prendere parte alle Sue promesse, sapendo di poter lasciare ogni peso e preoccupazione sulle sue spalle. Voglio essere aggiogato al Signore Gesù in un gioco dolce e leggero, per lavorare insieme a Lui?

 

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M. Santangelo “Escatologia 3”

Le profezie sono incentrate sulla persona e sull’ opera di Gesù Cristo, presentato sia nella sua umanità sia nella sua deità. L’Antico Testamento descrive le caratteristiche del Messia e, attraverso una rivelazione progressiva, ne svela la famiglia ed inquadra il luogo ed il tempo della sua venuta. Insieme con il Nuovo Testamento ci viene inoltre anticipata l’opera di Gesù Cristo, descrivendone la sofferenza della prima venuta e la gloria della seconda venuta. Tutto questo ci parla della fedeltà di un Dio che porta sempre a compimento la parola data e che ci rende partecipe dei suoi progetti e desidera che lo riconosciamo nella storia e nella nostra vita.

 

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A. Marcucci “il primo amore”

Le celebri parole dell’ apostolo Paolo di 2Tim. 4:7 “Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede” portano ciascun credente a riflettere sulla propria condotta e a porsi la domanda: “Se la mia corsa terminasse oggi , potrei dire di aver raggiunto il traguardo?”.
Durante la nostra gara poniamo attenzione a non dimenticare il “primo amore”, cercando invece di alimentarci continuamente alla sorgente di acqua viva e pregando il nostro Signore di farci crescere in intelligenza e saggezza, al fine di maturare spiritualmente fino alla perfetta statura di Cristo.

 

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