Molte sono le domande che possiamo porci riguardo il Rapimento, ma probabilmente uno degli interrogativi più diffusi è il “QUANDO” questo avverrà. La Scrittura non fornisce indicazioni chiare ma piuttosto Dio avverte che è necessario capire il COSA FARE durante l’attesa dell’ incontro con Il Signore. Esaminiamoci, chiedendo a noi stessi se stiamo vivendo questa vita come se oggi fosse l’ultimo istante prima del rapimento e, soprattutto, se siamo davvero pronti a dire “Vieni Signore, ti aspetto!”.
La Scrittura è uno specchio per le nostre vite: non solo indica il comportamento degno per un Figlio di Dio ma evidenzia anche aspetti spiacevoli del nostro carattere che preferiremmo ignorare. In Efesini 4 infatti, Dio mette in guardia il credente dall’amarezza, dal cruccio e dall’ira, stati d’animo che allontanano gioia e amore, lasciando spazio a Satana. Esaminiamoci alla luce della Parola e lasciamo che Dio lavori in noi, rinnovando le nostre vite.
Dietro all’ esemplare fede di Abramo c’è un cammino di ubbidienza, durante il quale Dio ha lavorato nella vita di quest’uomo, eliminando gli intralci, fino a giungere alla piena maturità della fede. Solo a questo punto si compie ciò che è scritto in Giac. 2:22-23 e Abramo può essere chiamato “Amico” di Dio. Oggi ogni credente può far proprio questo splendido attributo, in virtù del sacrificio di Gesù.
Il rapimento della chiesa è l’ avvenimento profetico, non ancora realizzato, più importante per tutti i Figli di Dio, una verità tenuta in grande considerazione dai credenti, fin da tempi dalla chiesa primitiva. Esso coinvolgerà non solo coloro che si sono addormentati ma anche coloro che sono in vita, così come dimostrano gli esempi di Enoc ed Elia. Dio rivela agli uomini, nella sua Parola, questo grande mistero, mostrando chi è Colui che verrà e come si svolgerà l’ incontro tra lo Sposo e la sua Chiesa.
Per il popolo di Israele la memoria del passato e delle proprie origini è un elemento caratterizzante la propria identità e il senso del propria condizione presente (Deut. 26:5-9). Allo stesso modo, anche per la Chiesa e per noi oggi è importante capire “chi siamo” e dare una risposta attraverso la Parola di Dio, ricordando che la nostra identità è il risultato di ciò che Gesù ha fatto sulla Terra molti anni fa (Giov 1:1-18). Tenere a mente questa realtà condiziona il nostro presente ma anche il nostro domani.
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