A. De Bellis – Un rapporto ristabilito

Non c’è alcun errore nella creazione di Dio e anche l’uomo è stato creato perfetto, allora perché gli uomini tendono inevitabilmente al male? La natura umana, come la conosciamo noi oggi, è il frutto della ribellione a Dio ma la Grazia ristabilisce quel rapporto con il Creatore, permettondoci di decidere se compiere il male oppure il bene. Anche se umanamente siamo portati a peccare, impegnamoci ogni mattina a scegliere di fare il bene per gli altri e compiere la volontà di Dio.

 

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Un candidato improbabile – un PADRE meraviglioso!

Racconto volentieri la mia storia perché posso parlare di mio Padre. Perché è Lui l’artefice di quello che io sono, della mia essenza. E non mi riferisco a mio padre terreno, anche perché non ho mai sperimentato la presenza di un padre amorevole e affidabile. Sto parlando del mio Padre celeste!

Ma per fare questo, devo fare un passo indietro. Sono nata in una famiglia “particolare”. Particolarmente strana. I miei genitori hanno divorziato quando io avevo tre mesi di vita. Non ho conosciuto mio padre biologico. Non era un grosso problema per me, tanto non avevo conosciuto niente di diverso. Per me era normale avere solo una mamma. Poi mia madre si è risposata. Ed ora avevo un patrigno. Non era una persona cattiva, semplicemente per lui non esistevo. Non ho mai subito maltrattamenti fisici ma ero “trasparente”, invisibile. È nato mio fratello e ho tanti bei ricordi di noi due insieme. Ma c’era un problema. Io avevo un cognome, tutti gli altri della mia famiglia ne avevano un altro. Diciamo che mi sentivo estranea, non appartenente a loro. Purtroppo anche mia madre aveva dei problemi, fisici e mentali. Il suo secondo matrimonio era infelice e sicuramente il peso della vita quotidiana era eccessivo per lei. Si è rifugiata in dipendenze dalle quali era difficile uscire. Infatti più tardi le è stata diagnosticata una sindrome maniaco-depressiva.

A scuola i miei compagni raccontavano dei loro padri. E si vantavano. Ognuno pretendeva di avere il padre più forte, più capace, più ricco, più creativo, più divertente, più intelligente…ed io sempre zitta. Che cosa potevo raccontare? Che io un padre così me lo sognavo e basta?

Per mascherare la mia insicurezza e il mio disagio facevo l’indifferente.Tanto io non avevo bisogno di nessuno! Ero forte, io! Decidevo per me, non volevo interferenze da qualcuno, tanto meno da un genitore!

La cosa interessante però è che la questione “DIO” mi aveva sempre in qualche modo affascinata. E, chi cerca trova! Durante gli anni della mia formazione scolastica sono venuta in contatto con il GBU, i gruppi biblici universitari. Ho seguito gli studi, ruotato intorno a loro senza però lasciarmi coinvolgere veramente. La fede, per me, era una cosa bellissima, ma io non riuscivo a farla mia. Questo Dio in qualche modo lo vedevo lontano e disinteressato come mio padre o mio patrigno.

Poi sono venuta in Italia. Con un indirizzo in tasca. E guarda caso questo indirizzo era della mamma di un vero figlio di Dio! Un anziano di una delle chiese evangeliche della città dove volevo andare a studiare.

Quella persona, insieme a sua moglie, mi ha adottato, per modo di dire. Loro mi hanno fatto vedere come si VIVE la fede in Cristo. Non era una bella teoria, belle parole con un etica buona ed una morale lodevole. Per nulla! Con loro ho visto e toccato con mano cosa volesse dire avere un Padre in cielo, uno che ti ama, si interessa alla tua vita, uno che ti aiuta, ti sostiene, ti protegge, ti guida. Un Padre per cui sei immensamente prezioso! E tutto questo mi ha letteralmente stesa! Ancora adesso mi vengono le lacrime! Lacrime di gioia, di riconoscenza e di meraviglia.

Adesso anch’io ho un Padre. Uno con la P maiuscola! Un Padre che non mi deluderà mai, che non mi lascerà mai, che mi ha reputato così importante per mandare Gesù Cristo sul legno della croce per potermi adottare.

Ora mi posso vantare anch’io di avere un padre forte, anzi, il più forte! Adesso posso ammettere la mia debolezza perché tanto ho al mio fianco mio Padre fortissimo!Infatti il primo passo per poter sperimentare la sua potenza era proprio ammettere di averne disperatamente bisogno! Non era vero che ero autosufficiente. Leggendo la Parola di Dio ho scoperto che nessuno ha abbastanza forza per potersi confrontare con Dio. Siamo tutti piccoli, miseri, senza forza e le nostre pretese sono ridicole di fronte alla grandezza e la potenza di Dio! Ma CON Lui posso essere forte pure io!

Quante volte ho desiderato che ci fosse qualcuno che mi difendesse. Che fosse attento alla mia vita, che accorresse in mio aiuto quando ero in pericolo.

Adesso ce l’ho! In un mondo complicato, pericoloso, problematico, sofferente… io ho un porto sicuro! Ho una protezione CASCO! Protetta al 100%. Perché Dio, mio Padre non fa le cose a metà!

Mio Padre celeste mi conosce per nome e mi ha dato il suo nome! Quindi ora io appartengo, a tutti gli effetti, a Dio. Sono stata adottata, porto il suo nome e godo tutti i diritti di questa posizione. E il mio nome è inserito in un libro molto speciale, il libro della vita.

Mio Padre è il re, anzi il Re dei re. E io sono figlia di questo Re. E in quanto figlia, anche erede! Prima ero povera, adesso sono ricca! Ricca con Dio, ricca in Dio e ricca di Dio. Una ricchezza completa, perfetta.

Ma quale prezzo mio Padre celeste  ha pagato per rendermi tale? Un prezzo enorme! La morte sulla croce di Gesù Cristo, perfetto e senza peccato, che mi ha sostituito sulla croce. Io dovevo morire lì. Ma Lui lo ha fatto per me ed ora il mio tesoro è in cielo dove è al sicuro. Il miglior investimento per il futuro è aprire il conto in cielo!

E inoltre mio Padre sa aggiustare ogni cosa.Per Dio non esiste un danno irrimediabile finché siamo su questa terra. Lui riesce a riparare, risanare e ricostruire anche le vite e i cuori più rovinati e rotti. Se ci rivolgiamo a Lui, possiamo essere sicuri che tutto si rinnova. Io sono una nuova creatura. Non rattoppata, NUOVA!Io avevo un cuore a pezzi, pieno di ammaccature, ferite e difetti. Ora ho un cuore nuovo e ringrazio ogni momento della mia vita per l’opera di mio Padre che sa risanare anche le ferite più profonde e tremende!

Volevo un padre come tutti gli altri. E invece ho trovato il Padre migliore di tutti. Dio mi ha dato infinitamente di più di quello che avevo chiesto!

Concludo con l’ esclamazione  gioiosa di Giovanni che faccio anche mia: “Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di essere chiamati figli di Dio! E tali siamo!” (I Giov 3:1)

M. Brunacci – Accrescere la fede

La fede non è qualcosa che possiamo dare per scontato, ma deve essere tenuta viva e accresciuta continuamente. Dove c’è una fede forte, l’ansia scompare. Se la fiducia in Dio è completa, possiamo fare la differenza in questo mondo, come dimostra la fede radicale del credente G. Müller. La fede è sempre una scelta e, quando scegliamo Dio, afferriamo anche le sue promesse, come accadde ad Abramo. Decidiamo dunque ogni giorno di confermare la nostra fede in Dio!

 

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L’Abri

L’Abri

L’Abri è una parola francese che significa “rifugio” ed è anche il nome del grazioso chalet alpino nel quale Fran Shaeffer e sua moglie Edith si trasferiscono ed intraprendono la loro opera missionaria. Le alpi svizzere fanno da sfondo alle vicende di questa famiglia e alle storie di altre centinaia di giovani, adulti, studenti, professori, atei e filosofi, ospiti dello chalet che, in cerca di risposte, fanno di questo luogo il loro “rifugio spirituale”. Un’avvincente storia di fede familiare alle prese con sfide e vittorie quotidiane, ma anche una grande testimonianza di vite poste al servizio del Signore, chiamate a confrontarsi con i dubbi sulla fede e le domande esistenziali di personaggi di ogni età e provenienza.
Fondata da Francis Schaeffer e sua moglie Edith a Huémoz-sur-Ollon, in Svizzera, il 5 giugno 1955, L’Abri è, ancora oggi, un’organizzazione cristiana evangelica che accoglie viaggiatori curiosi ed è un luogo per discutere di filosofie e credenze religiose.

 

 

 

J. Fernández – La fede che obbedisce per amore

Quando Dio chiede ad Abramo di lasciare la propria terra, egli parte, senza fare domande e quando gli viene chiesto di sacrificare il figlio Isacco, egli obbedisce, senza scuse. Abramo è ricordato come il “padre della fede”, una fede che si concretizza ubbidendo alla parola di Dio. Abbondanti benedizioni sono legate a quell’obbedienza che è il frutto della fede e dell’amore per Dio. Cerchiamo anche noi di vivere una fede che obbedisce per amore; Dio può trasformare le nostre vite e farci diventare elemento di benedizioni anche per altri.

 

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