La nostra storia

Alcune testimonianze di fede evangelica a Perugia ci portano al 1915, quando era presente nella città una chiesa metodista con sede in via dei Priori n° 13. Sembra che questa chiesa sia stata presente a Perugia fino alla morte del suo pastore, avvenuta presumibilmente intono al 1935.

Due anni dopo, nel 1937, giunse a Perugia dalla Puglia, come impiegato delle FF.SS. Giovanni Russo con la sua famiglia.

Dopo un paio di anni trascorsi a Cannara, egli cercò di mettersi in contatto con la chiesa metodista di via dei Priori, luogo che gli era stato indicato dai vigili urbani, ma trovò il locale sempre chiuso. Durante una di queste sue ricognizioni, incontrò un signore al secondo piano che lo invitò a salire in casa: si trattava di Giacomo Benda che, con la moglie Giuditta, vennero presto a conoscere il Signore. Il loro figlio Mario negli anni ’60, dopo il suo pensionamento, sarebbe stato usato dal Signore per la cura della testimonianza ad Arezzo.

Dopo un po’ di tempo si unì a loro anche la famiglia Lunghini. In quell’epoca Abele Biginelli, che dal ’36 guidava l’opera nell’aretino, era solito visitare le famiglie dei credenti con la sua roboante motocicletta; con lo stesso mezzo si era anche recato dai Russo a Cannara insieme a Daniele Angeleri.

Giovanni Russo, quando era a Cannara, non sempre aveva avuto vita facile come credente evangelico, specialmente in presenza di un clero poco tollerante ed autoritario. Il vescovo  di Foligno, infatti, inviò un telegramma di lamentela alla Direzione delle FF.SS. di Ancona, da cui Giovanni Russo dipendeva, scrivendo: “avete fatto venire nella terra santa di San Francesco un protestante, antinazionalista….! “.

Un duro lavoro pionieristico

Abele Biginelli era figlio di un anziano del Piemonte che era stato usato dal Signore per la nascita della comunità di Pozzengo (AL). Dopo una serie di vicissitudini familiari (perse la moglie, un figlio neonato ed il padre negli stessi giorni), si era trasferito come servitore a pieno tempo in Toscana e riprese i culti ad Arezzo, Anghiari e Foiano.

Il 12 Giugno 1938 organizzò un’agape locale alla quale parteciparono persone provenienti da Perugia, Roma, Cortona, Anghiari e da altri paesi vicini.  Vi furono anche dei battesimi, uno dei quali fu quello di Giacomo Benda vale la pena sottolineare che a quel tempo organizzare un’agape o sviluppare un’opera evangelica era reso molto difficile dalle autorità.

Qualche tempo dopo questo periodo iniziale, Giovanni Russo venne a sapere di un credente proveniente dalla Francia, Adolfo Mancino, con il quale cercò di mettersi in contatto. Adolfo parlò del Signore alla sorella Giulia che in seguito si convertì incoraggiata anche dalle varie visite di Russo e Biginelli. Giulia ed il marito, Luciano Ciuchi, vivevano allora nelle vicinanze di Pierantonio, una frazione di Umbertide, nei pressi di Perugia. La conversione di Giulia Mancini Ciuchi fu molto importante, non solo per la sua famiglia, ma anche per l’impegno di preghiera e testimonianza verso tanta gente nonostante fosse stata provata dalla malattia, nel dicembre del ’40, infatti, fu colpita da una paralisi progressiva che mise a dura prova la sua fede, ma il Signore la ristabilì e, pur rimanendo invalida, ebbe la gioia di dare alla luce il figlio Franco.

Arrivi importanti

Erano arrivati i momenti difficili della seconda guerra mondiale che per lo sviluppo della testimonianza del Vangelo a Perugia segnarono una svolta determinante, per la potenza che il Signore ha di cambiare il male in bene. Nel 1944 arrivò a Perugia la famiglia di Filippo Marozzelli, in seguito ad uno sfollamento obbligatorio da Velletri; nel 1945 era a Perugia, come militare al seguito delle truppe alleate, un giovane neozelandese, Stan Davie.

Fu proprio in quell’anno che, mentre si trovava accampato ad Assisi, egli sentì la chiamata al servizio in Italia da parte del Signore. Ricordiamo che Stan, originario della Nuova Zelanda, fu il primo missionario delle Assemblee neozelandesi ad essere mandato come missionario in Europa; prima di lui, nel 1896, le Assemblee della Nuova Zelanda avevano mandato solo un altro missionario, ma in Argentina: James Kirk.

A Perugia Filippo Marozzelli, originario di Napoli, svolgeva il suo lavoro di agente di polizia e tala carica pubblica gli provocò non pochi problemi soprattutto da parte di esponenti della chiesa cattolica locale che avevano notato la sua frequenza alle riunioni di culto, a volte anche mentre era in divisa.

Il primo locale

Prima della apertura di un locale pubblico, i credenti si radunavano nelle loro case: dapprima dai Lunghini, poi dai Russo e dalla Benilde Mancini ed infine di nuovo dai Russo. Negli appunti di Filippo Marozzelli troviamo molti particolari relativi a quel periodo. Egli ci racconta di come il primo gruppo gradualmente “cresceva in numero oltre che zelo per il Signore”, sentendo presto il bisogno di un locale per le riunioni che intanto si svolgevano a casa Ciuchi, i cui membri si erano trasferiti da Pierantonio a Perugia, in via Bella.

Biginelli visitava spesso i credenti “ per confermarli nella parola e nella dottrina”, mentre Luciano Ciuchi si adoperava per creare i posti a sedere, appoggiando lunghe tavole su due sedie. Luciano, sentendo la necessità di un locale di culto, mise a disposizione il suo piccolo fondo da adibire a sala per le pubbliche riunioni. I credenti si diedero molto da fare per la sistemazione del locale e, tra i diversi collaboratori, ricordiamo il contributo di un falegname piemontese, Renato Marzone, che realizzò le panche ed il portone esterno tuttora esistente. Fu così che il 30 novembre 1947, ultimati  i lavori di adattamento del locale, venne aperta al pubblico la prima sala evangelica a Perugia in via Bella n°1.

Ben collegati con il nucleo Perugino, c’erano dei credenti anche a Montecorona, vicino ad Umbertide, in questa località furono vissute due belle occasioni di comunione fraterna con diversi battesimi. Il primo incontro avvenne il 18 agosto 1946 ed il secondo il 19 luglio 1948.

Ulteriori sviluppi

Nel 1949 Stan Devie, tornato dalla Nuova Zelanda con sua moglie Avis, si stabilì a Perugia dando un notevole apporto alla chiesa. Il 20 settembre 1952 venne aperta al pubblico una nuova sala di riunione più ampia, in via Benincasa n°6, in grado di “contenere comodamente 100 persone in maniera decorosa”, come riportato sulla rivista  “ Il Cristiano” del novembre 1952.

Nel 1957 Angelo Zolfaroli, un giovane perugino che aveva accettato il  Signore già da qualche anno, sentì il desiderio di dedicarsi all’opera del Signore e prese così la decisione di servirlo a pieno tempo, lasciando il suo lavoro secolare.

Nel 1958 fu tenuta la prima campagna di evangelizzazione organizzata all’esterno della chiesa di Perugia, a Foligno nel Palazzo Trinci; nel 1959 si continuò a Marsciano, con Royal Pack, in una tenda acquistata di seconda mano dal circo Togni.

Nel 1960 iniziarono le campagne di evangelizzazione con la “Tenda Azzurra”, di cui è stato energico promotore e sostenitore Angelo Zolfaroli, insieme a Stan Davie.

Nel 1969 la chiesa di Perugia, con la chiesa di Anghiari, invitò Otello Becchetti per un servizio cristiano a pieno tempo nella vicina Città di Castello, dove egli svolge tuttora con impegno il suo compito nella locale comunità.

Diverse altre manifestazioni evangelistiche  sono state successivamente organizzate dalla comunità di Perugia, comprese alcune per la città svolte presso la centrale Sala della Vaccara. Ma una attività indubbiamente molto da ricordare è quella del Centro Studentesco svolta per molti anni in un appartamento preso in affitto in via dei Priori n°80. Quest’ultima attività,  nata dall’inventiva e dall’impegno di Angelo ed Ester Zolfaroli, coadiuvati da altri fratelli, tra i quali Alfredo Terino, è stata un gran mezzo di testimonianza  tra gli studenti universitari e ha portato tani giovani alla conoscenza del Signore. Fra questi anche lo scrivente.

L’ultimo avvenimento importante nella storia della chiesa di Perugia, è l’apertura del terzo locale di culto, molto più spazioso dei precedenti, avvenuta il 7 maggio 1995 in via Pellas n°125.

 

(Breve estratto del libro “La lampada accesa” di Pietro Francesco Matino edito dall’associazione OMCE)